La più grande e la più splendida delle ville imperiali romane sorge a circa 20 km da Roma, su di un basso pianoro a sud della città di Tivoli, una zona all’epoca molto rinomata, e caratterizzata da numerose residenze di famiglie aristocratiche. L’enorme complesso di edifici fu costruito (probabilmente tra il 118 e il 134 d.C.) per volontà dell’ imperatore Adriano: personaggio inquieto ed intellettuale, incostante ed avvenutroso, amante dei viaggi e della cultura greca, oltre che appassionato di architettura, egli partecipಠdi persona alla progettazione, ideando probabilmente molti degli edifici. Sorsero così, sparsi in un’area immensa (almeno 120 ettari), numerosi gruppi di costruzioni, disposti in maniera apparentemente casuale -ma in realtà attentamente studiata- e separati da vasti e lussureggianti giardini.
Adriano -come narra il suo biografo, Elio Sparziano – desiderava riunire idealmente nella sua reggia i principali monumenti dell’impero, in particolare quelli dell’amata Grecia; i luoghi della villa -edifici, terme, ninfei, giardini e valli- portavano spesso il nome di uno di questi monumenti, e ne riprendevano, per così dire “in miniatura”, l’aspetto. Vi era la Valle di Tempe, la città egiziana di Canopo; inoltre il Liceo, l’Accademia e la Stoà Poikile, tutti famosi edifici dell’Atene del V e IV secolo a.C.
Straordinaria era la richezza della decorazione architettonica e scultorea della villa: nonostante che essa sia stata più volte scavata e “depredata” dei pezzi più preziosi, che ornano oggi i più famosi
Musei di Roma e del mondo (tra cui più di 500 statue di altissima qualità in marmi colorati e numerosi mosaici a tessere finissime; è celebre quello delle colombe, ora ai Musei Capitolini ), si resta ancora colpiti dalla raffinatezza dei pavimenti in scaglie di marmi colorati ( opus sectile), di cui restano splendidi esempi. Non meno interessante è l’aspetto architettonico: molti edifci della villa presentano infatti innovazioni audaci ed orginali, forse ideate dallo stesso Adriano , tra cui cupole a calotta e a crociera e planimetrie assai complesse, in un continuo rincorrersi di linee rette e curve, concave e convesse, che appare nuovo nell’architettura romana, e che ricorda in maniera soprprendente gli edifici della Roma barocca.
Tra i complessi più interessanti è il ” Pecile ” (forse ispirato alla “Stoà Poikile”, celebre portico di Atene), monumentale quadriportico che racchiude un giardino con una grande piscina centrale. Ad est di esso si trovano le ” Terme con Heliocaminus “, un particolare ambiente riscaldato per mezzo di stufe e raggi solari, utilizzato per i bagni di sole in inverno. Da non perdere il ” Canopo “, lungo bacino d’acqua circondato da portici ed aiuole, e concluso da un grande ninfeo a forma di esedra, probabilmente utilizzato per banchetti all’aperto; il monumento ricorda la città egiziana di Canopo ed il lungo canale che la collegava ad Alessandria, famoso per le feste notturne che vi si svolgevano. Ma l’edificio più singolare ed affascinate è forse il cosiddetto ” Teatro Marittimo “: di forma circolare, esso racchiude un canale, al centro del quale si innalza un’isoletta rotonda, collegata alla terraferma da due ponticelli girevoli (ora sotituiti da uno in muratura). L’isola è occupata da un’abitazione e da un piccolo impianto termale: una residenza appartata dotata di ogni comfort, certamente destinata all’imperatore stesso per i suoi momenti di quiete. Per l’originalità della sua concezione, oltre che per l’ardita architettura che caratterizza l’abitazione sull’isola – con un complesso alternarsi di pareti concave e convesse e con grandi finestre aperte sull’acqua- il Teatro Marittimo puಠforse essere considerato simbolo dell’intera villa e della genialità del suo ideatore.