Monumenti di Roma – Fontana di Trevi

La più artistica di Roma , presente nell’immaginario comune grazie al film di Federico Fellini ” La dolce vita ” in cui Anita Ekberg si bagna vestita nel suo bacino

Fontana mostra dell’ Acqua Vergine condotta a Roma nel 19 A.C. da Marco Vipsanio Agrippa per alimentare le terme da lui costruite al Pantheon . L’acqua venne denominata Vergine in omaggio ad una fanciulla che avrebbe indicato la sorgente ai soldati assetati. Nel 1453 papa NicolಠV fece erigere una fontana da Giovan Battista Alberti nella località  detta “dello Trejo” e nel corso degli anni divenne Trevi. La fontana era un momento importante per la città  che tornava ad avere acqua di sorgente dopo aver utilizzato per secoli l’acqua del Tevere . Tre secoli dopo papa Clemente XII decise di sostituirla e indisse un concorso invitando i migliori artisti del suo tempo a partecipare. Lo scopo era quello di ornare Roma di un’opera grandiosa e di fornirla di maggiore quantità  d’acqua potabile. Fra i bozzetti fu scelto quello del romano NicolಠSalvi . La costruzione della fontana durಠ23 anni e coprì tutto il lato di Palazzo Poli .

Fontana di Trevi ha nel mezzo un arco trionfale sormontato da un attico sul quale sovrasta lo stemma di Clemente XII . Al centro di una base rocciosa si erge la statua di “Oceano” sopra un carro a conchiglia trainato da due cavalli marini guidati da tritoni. I cavalli rappresentano il mare agitato e calmo. Le due statue ai lati di Oceano rappresentano la Salubrità  e la Prosperità  chiara allusione agli effetti benefici di un’acqua pura.
I bassorilievi sovrastanti ricordano l’approvazione del progetto dell’acquedotto di Agrippa e la leggenda della vergine che indica la sorgente ai romani. Nella vasca che rappresenta il mare, i turisti gettano una moneta per assicurarsi il ritorno a Roma. Un altro rito romantico è legato alla fontanella sul lato sinistro chiamata “fontanina degli innamorati”. Secondo la leggenda le coppie che bevono a questa fontanella hanno il privilegio di restare sempre fedeli .

Monumenti di Roma – Castel Sant’Angelo

Questo mausoleo fu fatto costruire da Adriano per accogliere la sua salma e quelle dei suoi successori. Per mettere in comunicazione tale sepolcro con la regione del Campo Marzio fu costruito un ulteriore ponte sul Tevere, il Ponte Elio , che fu inaugurato nel 134 d.C.. I lavori di costruzione del mausoleo furono completati, dopo la morte di Adriano (138 d. C.), nel 139 d.C., da Antonino Pio : in un primo tempo, dunque, Adriano trovಠsepoltura in altro luogo e, precisamente, a Pozzuoli.

L’edificio aveva un basamento in mattoni quadrato, di 89 m di lato e alto 15 m. Entro questo recinto vi era il tamburo circolare, in opera cementizia, del diametro di 64 m, alto 21. All’esterno tutto il mausoleo doveva apparire rivestito di marmo. L’ingresso attuale è più alto di quello originale, che sostituisce, di circa 3 m. Attraverso il corridoio si arriva ad una camera quadrata (vestibulum), con una nicchia semicircolare nel muro di fondo, dove doveva essere disposta una grande statua di Adriano. Sulla destra di questa stanza ha inizio un corridoio anulare, pavimentato in mosaico bianco, che porta alla camera funeraria: 4 pozzi verticali servivano a illuminare la galleria. Essa descrive un giro completo, raggiungendo un livello di 10 m di altezza rispetto alla stanza quadrangolare (vestibulum). Da qui un corridoio reca alla stanza sepolcrale, posta esattamente al centro del monumento. In questa stanza quadrata, in origine interamente rivestita di marmo, trovarono sepoltura i successori di Adriano, fino a Caracalla . Al di sopra di questa vi sono altre due stanze e, sulla sommità  del monumento, un podio sosteneva la quadriga bronzea con la statua di Adriano. L’uso sepolcrale del monumento cessಠcon Settimio Severo (193-211 d. C.). Già  intorno al 400 d. C. il mausoleo fu incluso in un bastione avanzato delle Mura Aureliane , realizzato probabilmente da Onorio. Da questo momento il sepolcro, finora chiamato Adrianeum o Templum Adriani, prese il nome di Castellum. Nel 537 d. C. sostenne l’assedio dei Goti di Vitige e fu in quell’occasione, come racconta Procopio, che i difensori utilizzarono come proiettili anche le numerose statue che ornavano il monumento! Intorno al X sec. probabilmente avvenne la trasformazione in castello: fortificato da Crescenzio, della famiglia di Alberico, assunse il nome di castrum Crescentii. Teodorico lo adibì a prigione (Carceres Theodorici) e tale funzione fu mantenuta al “castello” anche sotto i papi e con il governo italiano, fino al 1901. La statua dell’Angelo, che dà  il nome al castello, fu posta sulla sua sommità  in ricordo dell’apparizione a S. Gregorio Magno, nel 1600, dell’angelo che, rinfoderando la spada, annunciava la fine della grave pestilenza che aveva colpito Roma. Accanto alla statua dell’angelo è la Campana della Misericordia, che annunciava lugubremente le esecuzioni capitali. L’angelo attuale è di bronzo ed è opera di Pietro van Verschaffelt: esso è il sesto della serie. Il primo, di legno, fu sostituito per consunzione; il secondo, di marmo, crollಠe andಠa pezzi; il terzo, di marmo, fu abbattuto da un fulmine; il quarto, di bronzo, venne fuso per farne cannoni nel 1527, durante il Sacco di Roma ; il quinto, di marmo con ali di bronzo, è oggi nel Cortile delle palle (detto così dai mucchi di palle di cannone di tutte le misure che costituivano il munizionamento del castello). L’attuale, di bronzo, nel 1798 fu dipinto dai Francesi di bianco, rosso e azzurro e, con in testa un berretto frigio, fu ribattezzato “Genio della Francia liberatrice di Roma”. Nel Museo Capitolino è conservata una pietra circolare su cui la tradizione riconosce l’impronta dei piedi dell’Arcangelo, quando si fermಠper annunziare la fine della peste. Nel 1277 fu costruito il ” Corridoio Vaticano “, che conduceva dal Palazzo del Vaticano a Castel S. Angelo per fornire al papa una via di fuga in caso di pericolo. Terribili erano le sue prigioni, ancor oggi visitabili, specie la cella detta Sammalo o San Marocco, nella quale il condannato veniva calato dall’alto e a malapena riusciva a sistemarsi piegato in quanto non poteva stare né in piedi, né disteso. Tra gli illustri ospiti delle prigioni possiamo ricordare Benvenuto Cellini, il quale, riuscito a scappare, fu ripreso e gettato nei sotterranei, dove si consolಠdipingendo un Cristo risorto, di cui rimangono ancora tracce. Nella camera sepolcrale degli imperatori si rifugiarono Cola di Rienzo, alla sua prima cacciata nel 1347 e Clemente VII , durante il Sacco. Sotto Leone X e Pio IV si tennero nel castello anche spettacoli teatrali e, fino ai primi del nostro secolo, in occasioni speciali, vi si accendeva la Girandola, un fuoco d’artificio creato, pare, da Michelangelo . Oggi il castello è sede di un museo e le sue stanze sono splendidamente affrescate.

Monumenti di Roma – Piazza Bocca della Verità

La piazza prende il nome dalla famosa Bocca della Verità, il celebre mascherone collocato nel portico della chiesa di Santa Maria in Cosmedin. Secondo una conosciutissima leggenda romana la bocca minacciosa mangerebbe la mano di tutti coloro che ponendo la mano nel suo interno mentissero


La piazza è al centro dell’antica zona mercantile di Roma fra il porto fluviale, presso l ‘ isola Tiberina, e l’Emporio.
Qui si trovavano il Foro Olitorio (o delle verdure) e il Foro Boario ; banchieri e cambiavalute svolgevano la loro attività  nel Velabro .

Caduto l’impero, sotto l’influenza bizantina, fu il centro della colonia greca.
In questa zona vennero effettuate fino al 1868 le esecuzioni capitali con la ghigliottina. Qui operava il celebre Mastro Titta , che dal 1796 al 1864 divenne tristemente noto per aver tagliato 516 teste! Oggi la piazza vanta un insieme di monumenti unica al mondo: due templi antichi ancora conservati, una fontana del ‘700, una chiesa altomedievale con splendido campanile.

Il cosiddetto tempio di Vesta è il più antico tempio marmoreo romano a pianta circolare e risale al II sec. A.C. Erroneamente attribuito a Vesta per la pianta simile all’omonimo tempio del Foro romano era in realtà  dedicato ad Ercole. Venne utilizzato come chiesa e le pareti interne sono affrescate con dipinti del ‘400. Al lato si erge il tempio di Portunus , divinità  del porto fluviale, esempio di architettura greco-romana risale al II sec A.C.
Sede fino all’ottocento della chiesa di Santa Maria Egiziaca , ex-cortigiana e per questo protettrice delle donne di cattiva fama.
A decorare la piazza nel 1715 il papa Clemente XI vi fece collocare una fontana tardo-barocca ad opera di Carlo Bizzaccheri, due tritoni con le code intrecciate sollevano due conchiglie al cui centro i monti, simbolo della famiglia Albani, lanciano in aria uno zampillo

Monumenti di Roma – La Basilica di San Pietro

La Basilica di San Pietro è situata nella Città  del Vaticano, stato sovrano indipendente sulla riva destra del Tevere, dentro Roma; minuscolo di dimensioni, lo stato Vaticano è quanto resta dei domini temporali della Chiesa, che alla fine dell’Ottocento furono annessi all’Italia unita.

La Basilica come oggi la vediamo, con la cupola nervata che svetta imponente e la piazza che sembra accogliere i tutti i fedeli del mondo nell’abbraccio della Madre Chiesa, è opera dei piu’ insigni architetti e geni del Rinascimento e del Barocco , e poggia sulle fondamenta della basilica costantiniana, durata oltre mille anni e che a sua volta verteva su un’area sacra di mausolei pagano-cristiani.

Piazza San Pietro con il celebre colonnato, una delle trovate più geniali di Gian Lorenzo Bernini , è profonda 320 metri con un ellissi centrale di 240 metri ed è circondata da 4 file di 284 colonne e 88 pilastri. La balaustra sopra le colonne è decorata da 140 statue di Santi. In basso, un’enorme scalinata a tre ripiani con ai lati le statue di S.Pietro e S.Paolo. In mezzo alla piazza due grandi fontane e l’ obelisco.

La facciata della basilica, larga 114.69 m e alta 47.3, in travertino di Tivoli, si presenta con un unico ordine di colonne e di lesene corinzie che inquadrano un grande portico centrale a due arcate sui lati (da quella di sinistra si accede alla Città  del Vaticano); in alto nove balconi con finestre (quella centrale è la loggia delle benedizioni) e un attico canonico sormontato dalla balaustrata che sorregge tredici statue. Cinque porte bronzee introducono all’interno. Sopra tutto la grandiosa ” Cupola michelangiolesca ” e le cupole minori delle cappelle Gregoriana e Clementina.

La Basilica, all’interno , è lunga 186 m (218.7 con il portico), l’altezza della navata principale è di 46 m, l’altezza del cavo della cupola è di 119 m. Sotto la cupola è posto l’altare papale sul quale si innalza il famoso baldacchino del Bernini.
La sontuosità  dell’interno lascia senza fiato: 45 altari, 11 cappelle, circa 10mila metri quadri di mosaici e altre numerose opere d’arte quali la Pietà  di Michelangelo .
Al di sotto della chiesa di S. Pietro si trovano le tombe di numerosi papi.

Fu Costantino , il primo Imperatore cristiano, a volere che fosse costruita, nel 315 dopo cristo, una basilica esattamente sul luogo dove si venerava la tomba del primo Apostolo di Cristo.


La zona del Vaticano era in origine malsana e poco abitata. Le sue condizioni migliorarono agli inizi del I secolo, quando fu bonificata la parte piu’ vicina al Tevere. In seguito furono realizzati giardini, vasti parchi, ville ed alcuni edifici di grandi dimensioni, come la Naumachia Vaticana , utilizzata probabilmente per giochi acquatici, il Mausoleo di Adriano , oggi Castel Sant’Angelo , e il circo privato di Caligola . Lungo la via Cornelia sorgevano invece sepolcri, are e cippi funerari, in rispetto di una severa legge romana che voleva tutti i luoghi di sepoltura fuori dai centri abitati.

Realizzato dall’Imperatore Caligola tra il 37 e il 40 d.c., sorgeva in corrispondenza del fianco sinistro della basilica attuale, nella valle che arrivava al fiume. Il circo sarà  il palcoscenico della prima persecuzione cristiana, ad opera di Nerone . Del circo era conosciuta la posizione almeno dal Seicento, anche per il fatto che l’ obelisco che vi sorgeva al centro rimase al suo posto orginario fino al 1586, quando fu spostato per volere di Sisto V al centro di piazza San Pietro .

Domenico Fontana , ha raccontato l’evento in un libro, Della Trasportatione dell’Obelisco Vaticano et delle Fabriche di Nostro Signore Papa Sisto V, Roma 1590 . Servirono 40.000 scudi di spesa, 800 operai, 140 cavalli, 40 argani; Sisto V emanಠun editto che puniva con la morte chi avesse ostacolato i lavori, o anche solo fatto rumore: le operazioni di sollevamento, nel silenzio più assoluto, dovevano essere accompagnate dal solo suono di una tromba.  Si narra che il Fontana avesse dato l’ordine di tenere il suo cavallo pronto per la fuga in caso di crollo dell’obelisco. Fontana riuscì nell’intento grazie anche a uno degli operai, il marinaio Bresca, il quale, intuendo che le funi di sostegno stavano per spezzarsi, ruppe il silenzio con un disperato: “acqua alle funi!”.

Per assistere alla trasformazione radicale di tutta l’area vaticana bisogna arrivare al IV secolo, quando il Cristianesimo si impose rapidamente sui culti pagani. Dopo l’abdicazione di Diocleziano, autore dell’ultima grande persecuzione, le lotte di successione per la conquista del potere avevano visto nel 307 la nomina a imperatore di Costantino . Figlio di un generale di Diocleziano, Costantino fu definitivamente riconosciuto nella sua carica nel 312, quando vicino Roma, in località  Saxa Rubra , il giorno 28 Ottobre sconfisse l’esercito del rivale Massenzio , che affogಠnel Tevere. L’anno seguente, con l’editto di Milano l’Imperatore stabilì la liberalizzazione della religione facendo sì cheil Cristianesimo non fosse piu’ ostacolato e si potesse professare liberamente.

Da allora in poi il potere politico e quello religioso non furono piu’ unificati nella sola persona dell’imperatore, al punto che egli nel 330 trasferì la capitale in Oriente, fondando sul Bosforo una città  intitolata a se stesso: Costantinopoli. Di Roma invece egli fece il centro religioso dell’Impero, e a tale scopo diede avvio ad un intenso programma edilizio che doveva fornire di sedi adeguate la Chiesa nascente. Prima fra tutte fu costruita la basilica che celebrasse adeguatamente il principe degli apostoli. Poi quella di San Giovanni in Laterano con la residenza del Pontefice ed il palazzo imperiale; inoltre Santa Croce in Gerusalemme , San Pietro e Marcellino, San Sebastiano, San Lorenzo fuori le mura ed infine Sant’Agnese .

La Basilica di San Pietro crebbe anche grazie a interventi e donazioni di principi e pontefici;nell’800 Carlo Magno vi fu incoronato da Leone III°, e dopo di lui Lotario, Ludovico II° e Federico III°

Alle soglie dell’alto medioevo c’è il progressivo declino della città  di Roma, ormai non più fulcro di un grande impero ma obiettivo di saccheggio per le orde barbariche, dai Goti di Alarico (410) e di Vitige (537-538), ai Vandali di Genserico (445), che per piegare la città  tagliarono gli acquedotti, ed infine da Totila

A mille anni dalla fondazione, San Pietro andava in rovina e fu NiccolಠV° a rinnovaree iniziare l’ampliamento della basilica su suggerimento di Leon Battista Alberti e su progetto di Bernardo Rossellino. Durante il rinascimento si respira un nuovo clima culturale e politico dell’Italia e dell’Europa, inizia la riedificazione di Roma (la situazione urbanistica dell’epoca e le trasformazioni) su iniziativa di una nuova generazione di papi che vede nelle opere di edificazione un mezzo per giungere alle masse e che NiccolಠV, il papa umanista, vedeva bisognose di essere affascinate da spettacoli grandiosi.

Ed ecco il magnifico piano di NiccolಠV , il restauro dei monumenti antichi utilizzabili come infrastrutture della città  papale: le mura aureliane, i ponti, il mausoleo di Adriano trasformato in castello, alcuni acquedotti, la ricostruzione o riparazione delle quaranta basiliche che costituivano le Sante Stazioni di pellegrinaggio, ed infine la creazione di una cittadella sul colle Vaticano, immaginata come una città  santa distinta da quella profana, oltre il Tevere comunicante solo attraverso la cerniera di Castel S.Angelo .

NiccolಠV non riuscì a realizzare che in piccola parte il suo progetto. Spetterà  a Giulio II della Rovere l’edificazione della nuova basilica. Si iniziಠcon la demolizione di gran parte dell’antica chiesa, ad opera del Bramante , con l’intento di costruire un edificio conimpianto a croce greca che si ispirava al Pantheon .

Del progetto di Bramante furono realizzati i pilastri centrali, con gli arconi di sostegno alla cupola, e impostati gli spazi adiacenti al nucleo centrale, poi i lavori rimasero fermi per 20 anni. Nel 1527 tra l’altro, vi fu il terribile sacco di Roma ad opera dei Lanzichenecchi.
Alla direzione dell’opera si susseguirono quindi – con una curiosa e ricorrente competizione tra pianta a croce greca e pianta a croce latina – Frà  Giocondo , Raffaello , Giuliano da Sangallo , Baldassarre Peruzzi , Antonio da Sangallo il Giovane e infine Michelangelo , che si riallacciಠall’impianto del Bramante, ristrutturando gli spazi minori che circondavano il nucleo centrale ed iniziando la costruzione della cupola, che fu terminata solo sotto Sisto V nel 1593 da Giacomo Della Porta e Domenico Fontana .

Sotto il pontificato di Paolo V fu deciso di ripristinare l’impianto basilicale con il definitivo ritorno alla croce latina. L”architetto Carlo Maderno aggiunse all’edificio tre cappelle per lato e condusse le navate fino all’ odierna facciata (iniziata nel 1607 e terminata nel 1614) restaurata in occasione del Giubileo del 2000 e da molti criticata perché, nascondendo il tamburo, smorza l’effetto ascensionale della cupola. La consacrazione della nuova basilica fu celebrata da Urbano VIII nel novembre del 1626.

Conclusasi la grande opera l’edificazione della città  si ferma, ma il miracoloso equilibrio tra antiche rovine e scenografie barocche della Roma papale è tale da affascinare ed estasiare i grandi viaggiatori: Byron, Goethe, Stendhal .

Monumenti di Roma – Circo Massimo

Secondo le fonti antiche, il primo circo adibito alle corse dei carri nella valle tra Palatino e Aventino viene costruito dal re etrusco Tarquinio Prisco, anche se sono ricordate corse simili già  al tempo di Romolo.

Agli originari sedili in legno sono sostituite col tempo gradinate in muratura e aggiunte le gabbie di partenza per i carri (carceres) e la spina, cioè il muretto divisorio della pista. Su di essa si installano sette uova e sette delfini in bronzo per contare i giri delle quadrighe, e, in epoche diverse, due obelischi : nel 10 a.C. quello diRamsete II , alto quasi 24 metri (trasportato nel 1587 in Piazza del Popolo ) e nel 357 d.C. l’ obelisco di Thutmosis III, alto più di 32 metri (collocato poi da papa Sisto V in Piazza di S. Giovanni in Laterano ). Al circo, ampliato da Cesare Augusto aggiunge il pulvinar (palco imperiale o area sacra). La capacità  dell’edificio era di 150.000 spettatori, almeno fino alla ricostruzione neroniana (dopo il celebre incendio), che la porta a 250.000.
Ancora ampliato in seguito, raggiunge la lunghezza di 600 metri per una larghezza di circa 200. Attualmente si conserva parte del lato curvo meridionale.
Nel 1931, presso il lato nord, fu rinvenuto un edificio in mattoni di età  imperiale (forse sede di un tribunale), trasformato nel III secolo d.C. in Mitreo (ora nei sotterranei dell’ex pastificio Pantanella).

Monumenti di Roma – Il Pantheon

“Il più bel resto dell’antichità  romana è senza dubbio il Pantheon. Questo tempio ha così poco sofferto, che ci appare come dovettero vederlo alla loro epoca i romani. . Credo che questa volta immensa, sospesa sulla testa senza apparente sostegno, dia agli sciocchi il senso della paura; ma ben presto si tranquillizzano e dicono: “E’ per farmi piacere che si son presi la pena di darmi una sensazione così forte!”

Nell’anno 27 a.C. Agrippa , genero e architetto di Augusto , erige il Pantheon sul luogo dove Romolo , secondo la leggenda, “ascese” in cielo durante una cerimonia. E’ un tempio comune, rettangolare, di media dimensione, concepito come luogo di culto collettivo di più divinità . Nel corso degli anni il tempio subisce incendi e altre calamità , viene restaurato più volte finché l’imperatore-architetto Adriano lo ricostruisce fra il 118 e il 128 d.C. E’ sicuramente di Adriano il pronao con le sedici colonne, l’ampliamento della “rotonda” e la cupola in calcestruzzo – la più larga che si sia mai costruita in muratura – realizzata con una tecnica d’avanguardia. Adriano vuole ricordare l’architetto originario, e ripristina l’iscrizione sul frontone: “(Marco Agrippa, figlio di Lucio, Console per la terza volta, edificà²). Nel 608 l’imperatore Foca dona il tempio a Papa Bonifacio IV che lo consacra al culto cristiano: Sancta Maria ad Martyres , capolavoro dell’architettura romana e primo caso di trasformazione di un tempio pagano in chiesa cristiana Il tempio si presentava su una gradinata che partiva da una piazza porticata più bassa dell’attuale. In origine la calotta era esternamente coperta con tegole di bronzo dorato collocate a squame, sottratte nel 663 dall’imperatore d’Oriente Costante II e sostituite da una copertura di piombo nel 735.

Stessa sorte subiscono i rivestimenti bronzei del portico, usati per fondere cannoni o concessi da Urbano Vlll al Bernini per realizzare il baldacchino di S. Pietro. Poche le aggiunte all’architettura originaria: gli ornamenti della chiesa, i sepolcri di grandi artisti ( Raffaello ) e quelli dei Reali d’Italia. Sempre il Bernini erige due brutti campanili ai lati del timpano definiti “orecchie d’asino”, eliminati a fine ottocento. Nel Pantheon trovarono posto anche busti onorari che Pio VII fece rimuovere e trasportare in Campidoglio , nell’attuale Protomoteca (raccolta di busti di personaggi illustri). Oggi l’assenza del rivestimento mette a nudo l’opus in mattoni con gli archi di scarico che sostengono il peso della mole. Il pronao nasconde la vista della “rotonda” fino all’ingresso nello spazio determinato da una sfera inserito in un cilindro, il finito e l’infinito insieme. Il pavimento è coperto di marmi a colori e così pure le pareti a sostegno della cupola terminante con un grande oculos circolare – un’apertura di 9 metri di diametro – che serviva a dar luce all’interno e come sbocco al fumo dei fuochi sacrificali. L’asse dell’edificio contempla una piccola deviazione rispetto all’ orientamento nord-sud: ogni anno, alle 12 del 21 giugno, solstizio d’estate, il raggio di sole che attraversa l’oculos investe il visitatore che accede all’interno dal centro del portale.

Monumenti di Roma – Domus Aurea

Quando Nerone inaugurò la casa alla fine dei lavori, se ne mostrò soddisfatto, e disse che infine cominciava ad abitare in una casa degna di un uomo”.

Nerone, perduta la Domus Transitoria nel famoso incendio (64 d.C.), fa costruire la più vasta dimora imperiale di Roma, la Domus Aurea (“Casa d’oro”), espropriando la valle tra Esquilino , Celio e Palatino (oggi valle del Colosseo).
In questi 100 ettari si alternano, come dice Svetonio, portici e palazzi, padiglioni e bagni (con acqua marina e solforosa), giardini, pascoli, vigneti e boschi “pieni di ogni genere d’animali domestici e selvatici”.
Attorno allo stagno centrale, gli architetti incaricati Severo e Celere erigono edifici “grandi come città “, ornati di centinaia di statue predate in Grecia e in Asia Minore, preceduti da una statua in bronzo di Nerone alta più di 30 metri (il “Colosso” , che poi darà  il nome al Colosseo ).

Della Domus Aurea rimangono solo due settori adiacenti sul colle Oppio (inglobati nelle fondamenta delle Terme di Traiano ). Comprendono numerosissimi ambienti, disposti attorno a un cortile rettangolare e a una rientranza poligonale. I più noti : le camere a sud del grande peristilio, suddivise in due appartamenti identici con stanze da letto, forse residenza privata della coppia imperiale (“sala della volta gialla”, “sala della volta nera”, “sala della volta delle civette” e ambienti simmetrici) ; il salone che si affaccia sulla corte poligonale, con una famosa decorazione a stucchi dorati e scene mitologiche, mal conservate ma note da disegni rinascimentali (“sala della volta dorata”); l’enorme sala ottagona, con pareti quasi inesistenti per le vaste aperture di accesso ad altre stanze. Essa, insieme agli ambienti circostanti a disposizione radiale, costituisce un capolavoro dell’architettura romana.
La decorazione pittorica, in gran parte perduta, è opera di almeno due mani (una è forse del famoso Fabullo, abilissimo pittore che dipingeva in toga). Alcune pitture sono di tipo tradizionale, con elementi architettonici sottili e fantastici che racchiudono piccoli paesaggi dipinti a rapide pennellate. Altre innovano profondamente il sistema decorativo, articolato grandiosamente con l’inserimento di figure ai vari ripiani (primo esempio di “quarto stile”).

Nulla rimane delle sale da pranzo con “soffitti coperti di lastre d’avorio mobili e forate in modo da permettere la caduta di fiori e di profumi”, e persino le colonne, i rivestimenti e i pavimenti marmorei delle stanze sono stati rimossi e riutilizzati nelle soprastanti terme.
Riscoperta nel Rinascimento , la Domus venne visitata da molti artisti, che ne riproposero i motivi ornamentali delle pitture (chiamati “grottesche”) e che lasciarono le firme graffite sulle pareti.

Monumenti di Roma – Colosseo

“Il Colosseo offre tre o quattro punti di vista completamente diversi l’uno dall’altro. Il più bello è forse quello che si presenta al curioso quando è sull’arena dove combattevano i gladiatori, e scorge quelle immense rovine che gli sorgono dinanzi tutt’intorno. Quel che a me fa più impressione è questo cielo d’un azzurro così puro che appare attaverso le finestre della parte superiore dell’edificio.”

L’anfiteatro Flavio , da tutti conosciuto come il Colosseo , è forse il monumento più famoso del mondo: la gigantesca costruzione a pianta ellittica, con i suoi 48 metri di altezza ha impressionato e affascinato gli uomini di tutte le epoche. Certamente era il posto preferito dai romani, la cui sfrenata sete di spettacoli cruenti era placata solo dalla vista dei sanguinosi combattimenti dei gladiatori. Il Colosseo contava quattro piani. Il primo era alto dieci metri e cinquanta con l’ordine delle semicolonne dorico. Il secondo era alto 11 metri e 85 con le colonne ioniche. Il terzo era alto 11 metri e 60 con l’ordine di colonne corinzie. Il quarto era invece una muratura piena con un sistema di pali per fissare il Velarium , un grande tendone che serviva per riparare gli spettatori dal sole. Scale e gallerie davano accesso ai vari settori della gradinate. Nelle gallerie si incontrava di tutto, venditori di ceci, di bevande calde e di ricordini, gente che affittava cuscini e coperte agli spettatori notturni. Affacciandosi dai piani alti si poteva ammirare uno spettacolare colpo d’occhio sulla città  più grande del mondo. Non si conosce il nome del geniale costruttore, forse Rabirio, l’architetto di Domiziano, o un certo Gaudenzio. Voluto dall’imperatore Vespasiano per celebrare la grandiosità  dell’Impero ed inaugurato dall’impertore Tito nell’80 d.C., il Colosseo fu costruito in una valle tra i colli dell’Esquilino, del Palatino e del Celio prosciugando un laghetto utilizzato da Nerone per la Domus Aurea . Non c’era vittoria militare, festa religiosa, anniversario che non fosse festeggiato con combattimenti sanguinosi. Circa settantamila spettatori urlanti seguivano eccitati i gladiatori che si sfidavano in duelli all’ultimo sangue: Reziari, con reti e tridenti, contro Mirmilloni; Sanniti, con la spada corta, contro Traci, con scudo e gladio. In uno solo di essi, voluto dall’imperatore Traiano , e durato ininterottamente per 117 giorni consecutivi, morirono sull’arena più di novemila gladiatori. Sull’Arena venivano montate a tempo di record incredibili scenografie per rendere più eccitante i combattimenti che duravano dall’alba al tramonto e spesso, illuminati da fiaccole, fino a notte fonda. I più sanguinosi, le sportule, inventate dall’imperatore Claudio , consistevano in mischie fuoribonde di centinaia di gladiatori tutti contro tutti dove la strage doveva compiersi nel più breve tempo possibile. Sotto l’arena un inestricabile labirinto di sotterranei ospitava gladiatori e belve feroci. E in questi gironi infernali, tra strepitii, urla, ruggiti, i protagonisti dello spettacolo attendevano di emergere alla luce abbagliante dell’arena, dove li aspettava un pubblico in delirio, utilizzando montacarichi e piani inclinati per un’apparizione di grande effetto. Al Colosseo sono legate le feroci persecuzioni dei cristiani, interrotte ad opera dell’imperatore Costantino che nel 313 d.C. vieta i combattimenti tra gladiatori e proclama il Cristianesimo religione ufficiale dell’Impero.

Monumenti di Roma – Arco di Costantino

Monumenti di Roma – Arco di Costantino

Uno dei più importanti monumenti commemorativi dell’antichità , l’arco di
trionfo più alto e meglio conservato di Roma.

Eretto dal Senato nel 315 d.C., dopo la vittoria di Costantino su Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio per onorare il “liberatore della città  e portatore di pace”. I rilievi che lo decorano sono in parte frutto di espoliazioni di archi più antichi e per questo non hanno nulla a che fare con Costantino.
Il monumento venne sottoposto a restauri fin dalla fine del Quattrocento e nel 1733 ha avuto dei consistenti lavori di integrazione delle parti mancanti.La fascia di rilievi rettangolari che percorre tutto l’arco è del tempo di Costantino e ripercorre gli eventi precedenti la battaglia di Ponte Milvio fino all’entrata trionfale a Roma .
Lo stile dei rilievi preannuncia la fine del grande impero.

Basilica Di San Pietro In Vincoli Roma

La Basilica di San Pietro in Vincoli Roma è uno degli esempi più antichi di chiesa paleo-cristiana al mondo. Qualcuno la ricorda anche con il nome di 'Basilica Eudossiana', perché fu voluta dall'Imperatrice omonima, moglie di Valentiniano III.

Il luogo è facilmente raggiungibile dalla zona dei fori romani: mentre stai tranquillamente passeggiando lungo la strada, ammirando i simboli del potere imperiale, puoi scorgere sulla destra una scaletta stretta, dedicata a San Francesco di Paola, e di qui fare una piccola deviazione sul tuo itinerario per visitare questo suggestivo monumento di architettura sacra.

La chiesa, nonostante sia stata fondata nel V sec. d.C., ha subito numerosi interventi nel corso dei secoli che ne hanno alterato l'aspetto originario. Nell'VIII secolo fu quasi interamente ricostruita, mentre nel XVI secolo fu rifatta la facciata ed il porticato ed, infine, nel XVIII secolo rinnovato l'interno.

L'altare maggiore conserva da più di mille e cinquecento anni una leggendaria reliquia: le due catene utilizzate per imprigionare San Pietro a Gerusalemme. Il nome della Basilica di San Pietro in Vincoli Roma deriverebbe proprio da questi due oggetti che 'vincolarono' il santo. Ogni anno migliaia di fedeli vengono a venerare le reliquie e si svolgono particolari celebrazioni il primo agosto.

L'opera più sensazionale che ospita il complesso è il Mosè di Michelangelo. La statua posta nel 1545 nel transetto destro, fu scolpita nel 1513 come decorazione del monumento funebre di Papa Giulio II, commissionato al maestro Buonarroti.

Il grande complesso architettonico, che doveva costituire un vero e proprio mausoleo, fu accantonato preferendo convogliare le risorse verso la ricostruzione della Basilica di San Pietro. Rimarrai senz'altro intimorito dalla maestosità e bellezza delle figure scolpite da Michelangelo: le vene evidenti ed i muscoli tesi donano un aspetto reale e dinamico alla scena.

Meno conosciuti, ma altrettanto meritevoli, sono il mosaico bizantino risalente al VII secolo raffigurante S. Sebastiano e la splendida cripta, situata sotto l'altare principale.

Un consiglio: non fermarti all'apparenza ed esplora il complesso con cura; dalla facciata potrà sembrare una chiesa moderna come tante altre, ma l'interno ti sorprenderà.